Il decreto legislativo n. 24 del 2023, in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937, abroga la disciplina nazionale previgente in materia di whistleblowing e racchiude in un unico testo normativo – per il settore pubblico e per il settore privato – il regime di protezione dei soggetti che segnalano condotte illecite di cui siano venuti a conoscenza in un contesto lavorativo.
Viene introdotto un sistema integrato di regole destinato al settore pubblico e privato che coordina diritto europeo e diritto nazionale con l'obiettivo di incentivare le segnalazioni di illeciti che pregiudichino l'interesse pubblico o l'integrità dell'ente. Il nuovo regime innalza il livello di protezione di cui beneficiano i cd. Whistleblowers, con cui oggi ci si riferisce a una categoria molto ampia di soggetti.
L'ambito di applicazione della disciplina è complesso ed è definito da un regime di obblighi e tutele che muta in base: (i) all'oggetto della violazione; (ii) alla natura pubblica/privata del soggetto di appartenenza del segnalante; (iii) alle dimensioni dell'ente privato e all'applicabilità allo stesso della disciplina 231/2001.
Il rafforzamento della tutela per la segnalazione degli illeciti opera essenzialmente su due livelli, imponendo agli enti pubblici e privati e all'ANAC nuove regole relative alle procedure di segnalazione (canali interni, esterni e introducendo anche la divulgazione pubblica) con garanzie di riservatezza e stabilendo il regime applicabile in caso di ritorsioni.
Rispetto alla disciplina previgente, le nuove regole impattano maggiormente sugli enti privati tenuti a procedimentalizzare le attività inerenti al whistleblowing, che divengono un ulteriore tassello del sistema dei controlli interni e degli assetti organizzativi adeguati. In particolare, si richiede l'attivazione di un canale interno efficiente che consenta una gestione tempestiva ed efficace delle segnalazioni. Il ricorso alle segnalazioni esterne e alla divulgazione pubblica, nella logica del decreto, assume natura residuale dovendo essere incoraggiato il ricorso al canale interno, anche al fine di limitare l'ingerenza della sfera di controllo pubblico nelle attività private.
Contestualmente il decreto attribuisce un ruolo di controllo forte anche sugli enti privati all'ANAC, che gestisce il canale esterno e interviene in caso di ritorsioni in funzione di tutela dei whistleblowers, in linea con la crescente tendenza dell'ordinamento a rafforzare la sinergia tra pubblico e privato in funzione di garanzia della legalità. In questa prospettiva assumono grande importanza le Linee Guida ANAC, che verranno emanate entro il 30 giugno, ai fini di una corretta compliance al decreto anche per gli enti privati.
La nuova disciplina entra in vigore il 15 luglio 2023, salvo il termine più ampio del 17 dicembre 2023 per i soggetti del settore privato che abbiano impiegato fino a 249 lavoratori nell'ultimo anno.