Assonime ha trasmesso alle Istituzioni un Documento nel quale si sintetizzano le priorità che la nostra Associazione propone per l’utilizzo dei fondi europei del Recovery and Resilience Facility.
La prima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) identifica efficacemente i grandi obiettivi per la trasformazione dell’Italia – un paese digitale, moderno e competitivo, un paese più verde, più coeso socialmente e territorialmente – e articola gli interventi in maniera coerente con tali obiettivi. In un impianto che delinea una serie di riforme e interventi essenziali per porre l’Italia su un percorso di crescita vigoroso e sostenibile, Assonime ha esposto alcune riflessioni sugli interventi a sostegno delle imprese ed ha avanzato alcune proposte per specifici ambiti – riforma fiscale, pubblica amministrazione, crisi di impresa e insolvenza, capitalizzazione delle imprese – che potrebbero integrare utilmente quanto già previsto, migliorando la capacità di realizzazione degli obiettivi del PNRR.
Viene suggerito, in particolare, di concentrare le risorse finanziarie in pochi grandi obiettivi di modernizzazione e aggiornamento tecnologico (nei settori delle infrastrutture, ricerca, incentivi per la Transizione 4.0) per evitare il rischio di una frammentazione degli obiettivi e delle risorse.
Il riordino del sistema fiscale, per contrastare la progressiva erosione delle basi imponibili, dovrebbe avere come assi portanti un intervento sulle aliquote ridotte dell’Iva, un ripristino della tassazione su tutti gli immobili ad uso abitativo, un’incisiva riforma dell’Irpef che rimoduli la curva delle aliquote e realizzi un drastico taglio delle detrazioni/deduzioni fiscali.
Nella riforma della Pubblica Amministrazione, altro aspetto centrale del PNRR, occorre rendere esplicito l’obiettivo di realizzare una macchina pubblica orientata al risultato per cittadini e imprese, restituendo una discrezionalità amministrativa ai dirigenti, orientando ex-post il sistema dei controlli esterni in base ai risultati ottenuti. La previsione sulla responsabilità erariale, che attualmente ha natura temporanea fino al 2021, andrebbe prolungata almeno per tutto il periodo di vigenza del PNRR.
L’emergenza covid-19, con le tante imprese a rischio di insolvenza, suggerisce poi di procrastinare ulteriormente l’entrata in vigore il nuovo Codice della Crisi che dovrebbe entrare in vigore nel 2021. Occorre modificare gli istituti dell’allerta che rischiano di causare una crisi irreversibile per interi comparti dell’economia. E l’attuazione della direttiva europea UE/1023/2019 in materia di ristrutturazione delle imprese in crisi - dovrebbe avere luogo entro l’estate del 2021 - è l’occasione per ripensare alle soluzioni concordate nella chiave indicata dalla direttiva, che è quello di incentivare soluzioni basate sull’accordo, limitando l’intervento del giudice ad una funzione di garanzia.
Il PNRR annuncia interventi straordinari per favorire la ricapitalizzazione delle imprese ma questi rischiano di essere insufficienti se non si rafforza strutturalmente la capacità delle imprese ad accedere al mercato dei capitali. Nei primi nove mesi del 2020, le emissioni di capitale sul mercato azionario italiano sono state pari a circa un quarto di quelle realizzate sul mercato inglese, meno di un terzo di quelle realizzate sul mercato tedesco e su quello francese, inferiori del 40% a quelle realizzate sul mercato svizzero e svedese. La via da seguire è quella di una drastica semplificazione normativa che faciliti l’accesso al capitale di rischio, rimuovendo sistematicamente le numerose misure aggiuntive previste dall’ordinamento italiano che stanno tra l’altro spingendo le imprese di maggiori dimensioni a spostare altrove la propria sede sociale.