La DG Trade della Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica avente ad oggetto l'impatto dell'Accordo di Partenariato Economico tra l'Unione europea e il Giappone sulle attività economiche e il volume d'affari degli operatori dell'Unione, a poco più di un anno dalla sua entrata in vigore.
La consultazione, indirizzata agli operatori economici e agli enti rappresentativi delle attività economiche e industriali dell'Unione europea (associazioni di categoria, camere di commercio etc.), è volta a raccogliere riscontri effettivi sul business e informazioni relative a opportunità ed eventuali criticità che le imprese europee hanno verificato nell'ingresso sul mercato giapponese, o nel proseguimento degli scambi, dopo l'applicazione delle nuove regole contenute nell'Accordo.
Attraverso l'analisi e l'elaborazione delle risposte alla consultazione, la Commissione si propone di elaborare proposte per migliorare le condizioni di mercato e agevolare ulteriormente gli scambi e il business delle imprese europee che operano in import e/o in export con il mercato giapponese.
È possibile partecipare alla consultazione (in lingua inglese) sulla piattaforma EUSurvey! fino al 30 aprile 2020.
È utile ricordare che l'Accordo di Partenariato Economico tra l'Unione Europea e il Giappone, approvato con Decisione (UE) n. 2018/1907 del Consiglio del 20 dicembre 2018 (in G.U. dell'U.E., n. L330 del 27 dicembre 2018) è entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Secondo i dati recentemente forniti dalla Commissione, nei primi dieci mesi di applicazione l'Accordo ha favorito un incremento del 6.6% delle esportazioni europee verso il mercato giapponese (rispetto alla media del 4.7% dei tre anni precedenti).
La partnership economica mira principalmente a ridurre le barriere esistenti tra UE e Giappone, agevolando gli scambi e gli investimenti e promuovendo un rapporto più stretto tra le due parti contraenti, attraverso la rimozione di più del 90% dei dazi e delle barriere commerciali, come particolari standard tecnici e certificazioni (per autoveicoli, dispositivi medici, prodotti tessili etc.) che ostacolavano l'ingresso delle merci sul mercato giapponese.
Nella parte introduttiva, la consultazione si propone di raccogliere dati e informazioni volti a identificare le caratteristiche dell'operatore economico e a profilarlo in termini di settore industriale o commerciale, area geografica, tipologia di prodotto, nonché in termini dimensionali secondo i dati e le soglie finanziarie definiti a livello unionale. L'indagine prosegue con domande volte ad accertare il livello di consapevolezza delle opportunità e di utilizzo effettivo dell'Accordo da parte dell'operatore, chiedendo di precisare anche le fonti utilizzate per la conoscenza e l'utilizzo corretto e proficuo dell'Accordo.
Il documento di consultazione non entra nel merito delle singole regole contenute nell'Accordo, ma si concentra sull'impatto effettivo dell'EPA sul business degli operatori, chiedendo di indicare eventuali criticità o difficoltà riscontrate nell'applicazione e nell'utilizzo di tali regole, riportando un elenco specifico di aree tematiche (Countervailing/Anti-Dumping Measure; Discriminatory Treatment; Enforcement Problems on IPR; Import Quota; Internal Taxation; Legislation on Appellation of Origin and Geographic Indication; Local Content Requirement; Non-Tariff Barrier; Public Procurement; Quantitative Restrictions and Related Measures; Registration, Documentation, Customs Procedure; Services Specific Measure; SPS Requirements; Standards and Other Technical Requirements; Subsidies; Tariffs or Duty; Trade Related Investment Measure).
Nella parte conclusiva, la consultazione chiede agli operatori europei di indicare gli effettivi benefici che l'Accordo ha apportato al proprio business o, in caso contrario, le ragioni per le quali non siano ancora stati riscontrati benefici dalla sua applicazione; inoltre, è formulata anche una domanda aperta che permette agli operatori di indicare eventuali suggerimenti, commenti o informazioni relative al possibile miglioramento delle condizioni commerciali (c.d. business climate) o ad azioni concrete per gestire al meglio le barriere commerciali. In conclusione, è possibile indicare suggerimenti per migliorare gli scambi e dare un valore/rating specifico alle aspettative che gli operatori hanno dall'applicazione dell'accordo per i prossimi due anni.
Per una più attenta valutazione e riflessione in merito ai quesiti sui temi doganali contenuti nella consultazione, può tornare utile la consultazione della Circolare dell'Agenzia Dogane e Monopoli n. 1/D del 22 gennaio 2019, che – nel fornire indicazioni e modalità applicative dell'Accordo di partenariato economico tra Unione europea e Giappone – si è soffermata principalmente sulle regole e procedure in materia di origine ivi contenute (al riguardo, si vedano anche il comunicato del 31 gennaio 2019 e la nota n. 93087 del 31 luglio 2019, emanati dalla stessa Agenzia). Nell'ambito dell'Accordo, merita segnalare anche l'innovativo istituto delle decisioni anticipate in relazione al trattamento da applicare alle merci, che – oltre a riguardare la classificazione e l'origine doganale, come già previsto nell'ordinamento doganale unionale con i corrispondenti istituti dell'informazione tariffaria vincolante (ITV) e dell'informazione vincolante sull'origine (IVO) – prevede anche la possibilità di formulare all'Autorità doganale questioni relative "al metodo o ai criteri appropriati da utilizzare per la valutazione in dogana delle merci" (v. art. 4.7, Decisioni anticipate, dell'Accordo). Come abbiamo evidenziato nella circolare Assonime n. 1 del 2019, è auspicabile, in una prospettiva de jure condendo, che la Commissione europea voglia dare seguito all'iniziativa di istituire, nell'ambito del Codice doganale dell'Unione, una base giuridica per l'introduzione dell'istituto delle decisioni relative alle Informazioni Vincolanti sul Valore doganale (IVV: in particolare, per quanto attiene alla possibile configurazione dell'istituto, si veda il par. 2.3 della nostra citata circolare n. 1 del 2019).