Assonime, nel novembre 2011, ha promosso un’indagine sull’applicazione, da parte delle società quotate, sue associate, della nuova disciplina sui diritti degli azionisti, così come introdotta dal d. lgs. n. 27/2010 (di seguito “Decreto”) che ha recepito la direttiva sui diritti degli azionisti (direttiva 2007/36/CE). L’indagine è stata effettuata tramite l’invio di un questionario a 114 società; 43 di esse hanno fornito risposta.
Scopo dell’indagine è stato quello di analizzare in che modo le società abbiano dato concretamente attuazione alle nuove disposizioni nella prima campagna assembleare utile del 2011, verificare se e in che modo le società abbiano esercitato le diverse facoltà previste dal Decreto, se gli strumenti di voice introdotti dal Decreto siano stati effettivamente utilizzati dai soci, valutare se vi siano stati problemi di interpretazione della normativa e considerare, infine, l’opportunità di interventi correttivi. La legge comunitaria 2008 delegava infatti il Governo ad adottare disposizioni integrative e correttive del Decreto entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore e l’occasione del decreto correttivo poteva pertanto essere colta per porre in evidenza le problematiche emerse e proporre eventuali soluzioni.
Parte di queste problematiche sono state affrontate (e alcune risolte) dal decreto correttivo (d.lgs. n. 91 del 18 giugno 2012), la cui adozione è stata preceduta da una consultazione pubblica avviata dal Ministero dell’Economia nel febbraio 2012.
Il Note Studi, dopo una breve descrizione del campione esaminato, illustra le domande poste dal questionario e le risposte ricevute, e analizza le diverse problematiche poste dalla nuova disciplina, anche alla luce delle modifiche del decreto correttivo. In allegato al Note Studi vi è una rassegna sulla disciplina del diritto di porre domande, di integrazione dell’ordine del giorno e della shareholder identification in alcuni paesi europei (Germania, Francia e Regno Unito).